ok il titolo può sembravi strano.. ma leggendo una rivista sull'archittetura orientale ho trovato questo...
Lucky Drops, residenza monofamiliare ispirata alle lampade tradizionali giapponesi, è stata costruita da una coppia di sposi a tokyo entrati in possesso di un fazzoletto strettissimo di terra. la sua facciata, che misura poco più di tre metri è la parte più larga dell'edificio: il resto della casa si articola per il lungo su tre piani, di cui uno in parte interrato.
qui vi riporto l'articolo tratto da "Specchio+" :
VIVO AL MINIMO- un progettista giapponese sbriciola l'ultima frontiera architettonica. ecco la casa-sottiletta!vivere in simbiosi da eterni innamorati come Paolo e Francesca(ma possibilmente non all'inferno)? da oggi non è più una fantasia letteraria ma la realtà. Lucky Drops è una casa in miniatura realizzata a Tokyo dall'Atelier Tekuto per una coppia di sposi che ha deciso di vivere secondo un antico proverbio giapponese:<< la fortuna si trova in ciò che è marginale>>. e cioè non importa uno spiazio ampio per essere felici,conta vivere in armonia, anche in maniera ultraminimale. all'architetto Yasuhiro Yamashita, autore del progetto e patron dello studio, l'ispirazione è arrivata dalle
bonbori, le delicate e rarefatte lampade tradizionali giapponesi di carta e legno, anche se la forma della LuckyDrops in realtà fa pensare a una "capsula esistenziale" dalle linee fanta-gotiche. costruita con una struttura d'acciaio portante ricoperta da policarbonato bianco traslucido,perche di giorno faccia entrare la luce da tutte le parti mentre di notte possa risplendere, appunto, come una lampada. la larghezza massima dell'edificio, espressa nella facciata principale è poco più di 3 mtri e l'altrezza di 6; la superficie complessaiva è di 61 m quadrati. distribuiti su tre livelli: oltre al piano terra che funge da ingresso, c'è un piano interrato con salottino, bagnetto e microcucina, mentre di sopra ci sono due essenzialissime stanze da notte, una padronale e l'altra, se possibile ancora più risicata, per ospiti coraggiosi. Yamashita, che ama innovare ed è vincitore di premi internazionali per le sue costruzioni che giocano con le proporzioni architettoniche, ha detto di aver pensato a questa soluzione perche voleva smetterla dicostruire senza pensare al "dentro" -approccio,secodno lui, comune a tutta l'architettura giapponese- ripensare invece lecorbusianamente la casa in base all'organizzazione degli interni. a tokyo, del resto, di spazio per costruire ce n'è sempre meno: e, anche se l'amore non ha confini, gli architetti stanno correndo ai ripari.
chiedo scusa per gli errori di battitura ma ho scritto veloce se no ci mettevo 2 anni^^ ora vi posto altre due foto.
commenti personali: io non ci vivrei li dentro nemmeno se mi pagassero.. ma come si fa?? innanzi tutto è gelido come ambiente non è affatto accogliente e poi.. non riesco nemmeno a far stare le cose nella mia villa a due piani figuaratevi li... tzè...